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Giochi di ruolo
Inviato da: Daniele (IP registrato)
Data: Thu, 8 January 2004 - 16:26

mi dispiace che non esista una categoria per recuperare i giocatori di ruolo, viste le "ostilità" di un articolo della tossicodipendenza dell'USL di Parma...
Vorrei che, se qualcuno ha avuto esperienze negative con i GDR, lo dica, oppure vorrei che qualche psicologo o tossicologo, magari gli autori dell'articolo, iniziassero con me un discorso senza pregiudizi...
al sito www.etemenanki.it , nel forum, sezione Angolo degli enedemici c'è un topic, di cui non ricordo il nome, in cui si discute su questo...

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Daniele (IP registrato)
Data: Thu, 8 January 2004 - 16:49

Il nome del topic è Interviste agli psicologi, e per precisione non è un articolo, ma uno spaccato di un'intervista fatta presso il Centro Studi Farmaco-tossicodipendenze, Az. Usl di Parma. Gli intervistati sono uno psicologo ed un farmacologo...

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Webmaster (IP registrato)
Data: Sat, 3 April 2004 - 19:52

Quanto segue è uno spaccato di un'intervista fatta presso il Centro Studi Farmaco-tossicodipendenze, Az. Usl di Parma. Gli intervistati sono uno psicologo ed un farmacologo.


La diffusione del "giochi dl ruolo" tra gli adolescenti, nell'età della
difficile ricerca personale, è estremamente preoccupante e dovrebbe
suscitare interrogativi non banali negh adulti. L'impiego di questo
materiale riguarda un gran numero di giovani, a diversi livelli di
coinvolgimento psichico ed emozionale, con conseguenze sul comportamento che
non è semplice valutare.
Certo non è sensato liquidare il problema sbrigativamente, considerando
questa, al pari di altre, la moda legata ad una effimera sottocultura:
troppo evidente è la difficoltà degli adolescenti del nostro tempo a pensare
un proprio futuro, a riconoscere la propria identità sostanziale, a
polarizzare l'esistenza rispetto ai sistemi dei valori, per sottovalutare
strumenti "ricreazionali" che proprio con l'identità inducono a giocare.
E ancora la diffusione di disordini psicologici e comportamentali che
includono la ricerca delle "sensazioni forti"', al di fuori di un quotidiano
grigio, la incapacità a distinguere tra reale e virtuale, la povertà di
percezione e comunicazione delle emozioni suggeriscono la possibile
corrispondenza ambigua di questi "giochi alle patologie sociali emergenti.
L'ambientazione dei giochi include, nella migliore delle ipotesi, il mondo
magico, del mistero, pieno di incantesimi, maghi, fate, elfi, guerrieri
mitici; tematica classica lo scontro tra il guerriero buono e il potente
malvagio: l'adolescente respira una mentalità fatta di destini ineluttabili
e di insormontabili maledizioni, si immedesima in una cornice piena di
ultra-poteri e di mitologie che pongono ristretti limiti alla libertà della
persona.
Nei casi peggiori, e molto frequenti, l'ambiente dei glochi è quello dei
mostri, dei vampiri, dell'horror più cruento, dell'occulto e dei riti
iniziatici. Si va dagli amuleti stregati all'immedesimarsi nel divorare
carogne e al rivivere di cadaveri: un supermercato del sacro, dell'"aldilà"
e del sacro-satanico non lontano dal modo di pensare che conduce ad aderire
a gruppi o sette di questo settore.

Il bravo giocatore è quello che sa immedesimarsi meglio nel ruolo prescelto
o assegnato; viene molto apprezzato per le soluzioni intelligenti, per le
risorse personali che sa tirare fuori per districarsi nei passaggi più
difficili del gioco: i giochi di ruolo sono per gente "smart", intelligente,
brillante, astuta che guarda dall'alto in basso chi si accontenta degli
spaghetti, della fidanzata e della vita reale: un cimento per uomini un pò
"superiori", o che comunque presto nel gruppo stabiliranno una gerarchia di
"superiorità" in base alle capacità e all'intuito. Si afferma così
l'atteggiamento mentale che, attraverso un "cammino di perfezionamento",
consentirebbe alla persona di raggiungere grandi risultati, ignorando limiti
e relazioni interpersonali: è l'ottica utilizzata nei percorsi delle sette
del "potenziale umano".

Il fatto più inquietante è che la metodologia di tali giochi presenta forti
assonanze e probabilmente una origine comune con modalità utilizzate
all'interno di particolari forme di psicoterapia di gruppo: in questo ambito
il terapeuta, conducendo il gruppo utilizza l'assunzione di ruoli per i
pazienti, al fine di far emergere aspetti interiori inespressi, facilitare
l'introspezione, rimuovere inibizioni, suggerire strategie di cura e
ottenere effetti catartici.
Diviene impensabile che strumenti così delicati, utilizzati da terapeuti
abilitati, nei limiti di ben precisi vincoli deontologici, e con competenze
specifiche, vengano impiegati in modo aspecifico, dati in pasto, attraverso
dettagliatissimi "manuali", a chiunque li acquisti.
Il leader naturale di un gruppo dl adolescenti verrà dotato, attraverso il
gioco, di approfonditi elementi metodologici per indurre altri nei ruoli
previsti dal gioco stesso: il manuale gli suggerisce tutti i fattori
necessari, gli atteggiamenti, i comportamenti, il modo di sentire e di
pensare: le sue capacità carismatiche verranno ampliate da questa
"dotazione" senza che alcun riferimento etico sia garantito: si vede con
facilità il rischio dell "instaurarsi di dipendenze e sudditanze, di
prevaricazioni e strumentalizzazioni che esulano dalle normali dinamiche di
un gruppo adolescenziale.

La cosa diviene ancor più seria se si considerano i tempi del gioco: non si
tratta di incarnare il ruolo di un personaggio fantastico per una o due
sere, ma per molti mesi di seguito: occorre immaginare come ci si sente
rivestendo il carattere del killer, del vampiro, della vittima, dell'
irnpiccato o dell'oste menzognero per 12 - 18 mesi.
"Il gioco migliore - ci ha detto con entusiasmo uno dei giovani coinvolti -
è quello che non finisce mai, che dura tutta la vita" : un immedesimarsi che
sostituisce irreversibilmente il ruolo fittizio e condizionato alla persona
e alle sue scelte.

Il leader del gruppo diviene un "master" un coordinatore-facilitatore che ha
il compito di condurre il gioco: di solito personalità "dominanti", ad
elevata autostima, forte determinazione, spunti di tipo
narcisistico-istrionico assumono il ruolo di master; questi soggetti
tradiscono una forte aggressività rivolta verso gli altri, ma la capacità di
controllare i pari senza prevaricazioni aperte o cruente.
I soggetti alla ricerca di identità, piu attratti da prospettive ideali, che
trovano disattese nella società reale, con caratteri di fondo non lontani
dal pattern depressivo, o con personalità passivo-dipendente, si adattano al
ruolo di giocatore e ricevono punto per punto dal manuale le informazioni
necessarie alla definizione di sè: come devono essere "fisicamente", come
sentirsi psicologicarnente, quali atteggiamenti assumere: un vero e proprio
stato di dipendenza può instaurarsi nei confronti del master: "Tutto dipende
dalla bravura del master - ammette un giocatore di diciotto anni - se ci sa
fare il gioco diventa straordinario" ; il ritorno ad una realtà senza ruoli
predefiniti e senza guida può essere disorientante.
Il master racconta: è la voce fuori campo, il filo conduttore, il narratore,
tra le pagine di un libro, che dà colore agli avvenimenti, ai luoghi, ti fa
entrare nelle situazioni. Può essere più o meno direttivo, svolgere il ruolo
di un semplice "facilitatore" o suggerire con autorità incondizionata il
canovaccio su cui i giocatori costruiscono la loro parte. Permette di
scegliere i personaggi o li assegna a seconda delle caratteristiche dei
giocatori: anche in questo caso un ambito ricreazionale di apparente libertà
si trasforma in luogo di stigmatizzazione, nell'assegnazione di "etichette"
che, della persona, pretendono di esaurire le potenzialità in modo rigido e
riduttivo.

Il gioco è tutto mentale, non fisico, non agito: le paure o l'impatto con la
concretezza, con la vita misurabile, con "l'alterità" degli altri senza
mediazioni sono rimandati a un futuro senza definizione; il virtuale fa da
ricettacolo per la sensazione di inadeguatezza a relazioni interpersonali
"vere"', fatte anche di accettazione dei propri limiti e dei problemi degli
altri.
Le conseguenze di quest'immersione nel virtuale, che si estendono alla vita
di tutti i giorni, hanno proporzioni non valutabili. I rapporti sessuali al
di fuori della coppia stabile sono liberati da 'fastidiosi sensi di colpa"
se avvengono in conseguenza dell'assunzione di un ruolo per gioco: la
violenza o i comportamenti autodistruttivi non sei tu che li agisci, ma il
tuo personaggio che ti è rimasto "appiccicato" addosso, quindi sono resi più
giustificabili.

Il gioco "Vampire", ambientato tra creature della notte, non-morti o
morti-viventi, definisce del vampiro i caratteri fisici, psicologici,
attitudinali, "vampirici" e gli ultra-poteri: pregi e difetti del
personaggio che emergeranno nelle varie partite e che consentiranno
l'assegnazione di punteggi negativi o positivi.
Un pregio del vampiro proposto agli adolescenti è l'inappagabile desiderio
di uccidere, un'altra caratteristica presentata come positiva è la "duplice
natura", la natura ambigua della creatura vampirica, divisa in se stessa. Un
tipico difetto del vampiro è rappresentato dagli incubi notturni che
lasciano strascichi la notte successiva rendendo più difficili le azioni nel
gioco: non si richiede la competenza dello psichiatra per comprendere a
quali gravi forme di destrutturazione della personalità ci si possa trovare
di fronte in seguito a queste "innocue assunzioni di ruolo; quali percezioni
distorte di sè possano essere indotte.

Se da un lato la violenza e l'ambiguità, il sangue e l'onnipotenza sono i
fattori determinanti comuni di queste trame, dall'altro una vera e propria
esplicitata intenzione all'esplorazione dell'insight, del sè profondo, è
oggetto di specifici glochi.
Sul gioco Kult c'è scritto: "Pericoloso: questo gioco conduce ad esplorare
aspetti oscuri della tua anima; questo può arrecare disturbo a qualcuno:
vietato ai minori di anni 16" : quale sia la finalità di sintetizzare
aspetti profondi di sè all'interno di un gioco non è facile intuire: certo
l'aspettativa di un feeling interpersonale non superficiale, nelle dinamiche
di gruppo, si va affermando sempre più e la stessa aspettativa è espressa
dai consumatori di pastiglie nelle discoteche, i derivati anfetaminici
definiti, proprio per il loro ruolo "'entactogeni".
Questo conoscersi fino in fondo ed esprimere agli altri la propria identità
sostanziale risponde da un lato ad una esigenza positiva, ma c'è da
chiedersi come mai debba essere mediato, nel nostro tempo, dal gioco o dai
farmaci: ancora ci si deve interrogare riguardo ai limiti e alle violazioni
degli stessi nell'ambito di una strumentale "divulgazione"' della propria
intimità.

"Ah, certo" - dice il commerciante - "Se poi qualcuno ha difficoltà
personali, e interpreta le cose in modo autodistruttivo, non dipende certo
dal gioco" : anche in questo caso la società adulta abdica alla
responsabilità di tutelare proprio le persone più fragili... Un mondo di
gente "'solida" e sicura che prevede di generare per certo figli stabili e
incondizionati: un mondo di "vincitori" che non hanno tempo per i perdenti e
i falliti!

Da ultimo va rilevato che l'impiego di sostanze psicoattive, in particolare
le metamfetamine e le incontrollabili nuove generazioni di stimolanti
sintetici, si sposa perfettamente con le esigenze dei partecipanti al giochi
di ruolo: queste droghe aumentano, durante l'effetto acuto, l'energia,
l'intuito e la concentrazione, ma contemporaneamente conferiscono
disinibizione associata ad un blando distacco dalla realtà: niente di meglio
come veicolo per migliori livelli di immedesimazione nel ruolo fantastico,
per affievolire ancor più i confini tra verità e sogno, nella apparente
valorizzazione della propria "smartness" (lucidità, intelligenza). E,
d'altro canto, proprio le alterazioni biochimiche cerebrali indotte
dall'ecstasy e dalle droghe analoghe, con le associate turbe del tono
dell'umore e dell'identità, potranno, all'interno di un circolo vizioso,
indurre di nuovo alla dipendenza da relazioni interpersonali esclusivamente
inquadrate attraverso le regole dei glochi di ruolo.

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: pensiero (IP registrato)
Data: Tue, 6 April 2004 - 18:12

Veramente pazzesco.

Ma è possibile che una persona normale faccia ragionamenti di questo tipo?
Come si fa a paragonare un gioco di ruolo ad una droga?

Gli effetti del gioco di ruolo descritti sopra sono una spaventosa esagerazione, è come dire che suonare uno strumento musicale ti aliena dalla realtà e distrugge la tua identità perchè il tuo mondo diventa la musica e tu esisti solo in relazione dello strumento.

Io gioco ai giochi di ruolo, sia quelli tradizionali sia quelli dal vivo, e posso dire che sono solamente giochi come gli altri, anzi, meglio di molti altri passatempi.
Innanzi tutto è veramente difficile che il proprio personaggio soppianti, anche in piccolissima parte, se stessi nella vita reale. Perchè, a meno che uno non giochi spessissimo (più di una - due volte alla settimana), eccetto il breve momento di gioco, la vita reale ti impegna troppo perchè tu possa anche solo avere in mente il tuo personaggio.
I giochi di ruolo tradizionali (su carta) non sono assolutamente pericolosi, perchè la parte di interpretazione, di immedesimazione del personaggio, è molto limitata, perchè si gioca comunque con fogli e dadi, si è seduti tutti attorno ad un tavolo, e molto spesso finisce che tra un tiro di dado e l'altro si chiacchiera di cose che col GDR non c'entrano niente.
Un po' diverso è nei giochi di ruolo dal vivo, in cui uno deve interpretare in tutto e per tutto il proprio personaggio, ma appunto per questo il pericolo che questo soppianti la propria personalità è quasi nullo: perchè per riuscire a divertirsi interpretando completamente un personaggio diverso da sé bisgona avere un certo grado di maturità psicologica. Un adolescente che non ha ancora formato una propria forte identità si stanca presto di giocare ad un gioco di ruolo dal vivo (lo so per esperienza).

In generale penso che sia giusto spendere due parole sui giochi di ruolo, perché anche questi, come tutto, in casi estremi possono avere effeti negativi, ma è inutile accanirsi con tanto impegno sui giochi di ruolo (che hanno anche notevoli pregi), quando ci sono problemi molto più importanti: ad esempio la droga, il fumo, la mancanza di valori morali... e anche la televisione, che è, oltre ad un mezzo di informazione, anche un modo per estraniarsi dalla realtà, per vivere la vita in modo totalmente passivo.

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Fede (IP registrato)
Data: Thu, 15 April 2004 - 14:47

Sinceramente parlate per esperienza personale o per sentito dire?
Non ho mai sentito baggianate più grosse di quelle lette sopra.
Un gioco di ruolo è un gioco, ne più ne meno.
Che io giochi a calcio, pallavolo, mosca cieca, o ad un gioco di ruolo non cambia, è un semplice modo di incontrarsi tra amici e di giocare assieme.
Non è possibile estraniarsi dalla realtà e chi ha risposto immediatamente prima di me ne ha espresso le motivazioni.
Più che altro bisogna ricercare il fatto per cui uno ami estraniarsi ed interpretare ruoli diversi da quello che è la vita reale, ma ciò vale non solo per i giochi di ruolo ma per altre cose, dopotutto un attore in un film non fa lo stesso?

Il gioco di ruolo è un semplice mezzo di divertimento, sono le persone al limite che ne fanno gli usi sbagliati.
Se uno ha turbe psicologiche continuerà ad averle ed a peggiorare sia che giochi ad un GDR (gioco di ruolo) od ad altro, o che si estranei nella TV o nelle chat di internet.

Qui mi sembra stiate demonizzando un gioco che è solo uno strumento di divertimento, l'uso che ne fa uno non dipende dal gioco in se ma da se stesso, io un coltello posso usarlo per sbucciare una mela o per qualcosa di peggio, ma mica dico che il coltello è pericoloso, al massimo dico che il coltello è pericoloso nelle mani sbagliate.

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Sveva (IP registrato)
Data: Thu, 15 April 2004 - 17:55

Ma chi ha scritto quest'articolo ha mai provato a giocare di ruolo davvero?

Io gioco di ruolo, sia al tavolo sia online (esistono anche giochi di ruolo dal vivo, in cui si indossano armature e si usano spade e scudi veri; sono forse per completi schizzati?)

E non mi riconosco affatto nel mio personaggio, non mi sento parte di lui/lei...Io sono io, e penso che qualsiasi persona dotata di cervello riesca a distinguere un gioco dalla realtà.

E non parliamo del "difendere le persone fragili" perchè le persone fragili dovrebbero essere aiutate dai parenti e dagli amici, considerato che qualsiasi cosa *e non solo un gioco di ruolo* potrebbe provocare in loro reazioni anomale o violente...

Questo demonizzare i giochi di ruolo, la musica metal, le chat, da parte dei media mi lascia veramente perplessa. Avete mai provato davvero quel che dite sia dannoso? Avete mai provato l'atmosfera amichevole dei gdr? E credetemi, si tratta di amicizie vere, fra giocatori, e non fra personaggi...

E se il gioco di ruolo è pericoloso, proibiamo ai bambini di giocare a guardie e ladri, ai cowboy...Interpretando il ladro per mesi e mesi, un POVERO bambino FRAGILE finirà sicuramente per diventare un borseggiatore da grande...ovvio no?

Saluti,
Una giocatrice di ruolo perfettamente sana di mente.

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: meoste (IP registrato)
Data: Thu, 15 April 2004 - 18:11

Sono pienamente d'accordo con Sveva .

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Mith (IP registrato)
Data: Thu, 15 April 2004 - 18:47

Roba da pazzi!

Dopo aver letto un articolo del genere non so se ridere o arrabbiarmi.
A mio parere si tratta di un'assurda esagerazione -tanto grande da apparire ridicola- costruita da persone che –sempre a mio parere- non conoscono i giochi di ruolo, se non attraverso i pazienti che hanno in cura.

Io gioco abitualmente a giochi di ruolo, sia sotto forma di giochi da tavolo che di giochi pc (o console). Non nego neppure di essermi impersonato, qualche volta, con qualcuno dei personaggi. Non per questo mi sono estraniato dal mondo, né la mia personalità si è alterata.
Anzi, mi sono proprio divertito a farlo! Alzi la mano chi non ha mai sognato di essere altrove, in posto all’altro capo del mondo o su un altro pianeta, circondato da nemici o da giovani ragazze, impersonando l’eroe o seguendolo da compagno fedele.

Trovo che ci si possa impersonare con un personaggio in un gioco di ruolo esattamente come accade per cartoni, fumetti, film e molto altro. Non vedo, in fin dei conti, alcuna differenza tra le cose. Perché sentirsi eroe in un mondo fantasy virtuale deve essere diverso da sentirsi “dentro” un libro con la medesima ambientazione?
Se leggo molta narrativa e m’impersono con i personaggi dei libri il problema forse non sussiste più?
Inoltre non è vero che in GdR viene premiato chi più si immedesima nel personaggio. Viene premiato semplicemente chi gioca meglio o conosce più dettagliatamente le regole, così come avviene in ogni gioco di questo mondo.

A questo punto potrei prendermela con gli spara-tutto dove, tramite internet, il giocatore può accoltellare, colpire o far saltare in aria anche un proprio amico o compagno di scuola (e in questi casi forse ci si trova più gusto). Ma sarebbe sensata un’accusa del genere? Non penso proprio. Come due bambini che nel giardino di casa si colpiscono con pistole immaginarie, così avviene nel videogioco, che offre però la possibilità di "vedere" le armi e lo scenario.

Sinceramente, se mi fosse impedito di impersonarmi con chicchessia, andrei in un boschetto a prendere a pugni gli alberi, immaginandoli dei giganti... mha, dite che sono pazzo? Allora sono fiero di esserlo!

Tanti saluti

Un pazzo

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Lloyd (IP registrato)
Data: Thu, 15 April 2004 - 19:31

Non esiste.
Non esiste che si possa continuare in questa maniera.
Ogni cosa che fa notizia, scalpore, interesse viene sfuttata in ogni modo.
Ma come si fa a pensare una cosa del genere? Semplicemente demonizzare ogni cosa che non rientra nello standard ( deciso ca chi ?).
Ma chi srive queste cose dovrebbe farsi un esame di coscienza e pensare veramente cosa sta dietro a quando asserisce. Le uniche persone malate sono solamente coloro che pensano che una cosa innoqua come un gioco possa danneggiare la psiche degli adolescenti.
Gli aspetti positivi di giocare un ruolo sono molti di piu di quelli negativi ( siamo sicuri che c'è ne siano?).
E' un modo per conoscere altre persone, divertirsi, potersi cimentare in avventure per un ora alla settimana nel quale dimenticarsi dei propri problemi e rilassarsi. Finita la sessione di gioco la cosa finisce li. Nessuna persona sana di mente crede di essere il proprio personaggio. Lo si inpersonifica per molto tempo è vero, ma soltanto per una volta ogni tantissimo tempo.
La faccenda delle sette, del potenziamento dell' uomo, e altre baggianate simili e la cosa più assurda che abbia mai sentito in vita mia. Non è neanche concepibile che si possa collegare un gioco con delle sette, e a mio parere delle teorie filo naziste dell'uomo perfetto.
Questa valutazione e un po' campata in aria, riempita dei tipici paroloni e luoghi comuni e non verificata.

Sveva ha perfettamente ragione. Chiunque nel mondo ha almeno una volta nella vita giocato a un GDR. Guerdie e ladri, prendere il thè con le bambole e altri giochi simili sono tutti giochi di ruolo. Stando a quanto detto TUTTI dovremmo essere dei drogati.
Di forme di alianamento ve ne sono molte altre di molto più gravi. Sarebbe meglio occuparsi del problema delle vere droghe piuttosto di un gioco. Perfino voi ora che state leggendo quanto io ho scritto potreste essere definiti degli alienati, dei drogati, dei diversi.
Perche? Perche state parlando attraverso uno schermo anziche occuparvi della vita " reale", " tangibile".

Gioco da parecchio tempo a giochi di ruolo, sono una persona normalissima, non penso di essere un super-uomo dotato di superpoteri, ne un mago, ne un elfo. Intrattengo rapporti interpersonali e ho molti amici, alcuni di essi li ho conosciuti giocando, molti no. Non faccio parte di sette, non mi drogo e non sono una persona violenta.
Strano no?

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: B3nN4Tk (IP registrato)
Data: Thu, 15 April 2004 - 22:06

è un fake

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Max (IP registrato)
Data: Thu, 15 April 2004 - 22:24

Posso solo dire

"Caccia alle streghe!"

è da 17 anni che gioco di ruolo, e secondo ciò che ho letto fino ad oggi dovrei essere un serial killer, con gravi problemi di personalità, satanista e emarginato sociale (oltre che piccolo secco ed occhialuto)

Vi dico solo:

Prima di giudicare verificate voi stessi se ciò che dite è vero.

Infatti secondo il concetto da voi proposto ci sarebbero decine, no che dico, centinaia, no ancora troppo poche, migliaia di cose da abolire o da vietare, cose come i libri, gli sport, la televisione, la religione, il linguaggio, e potrei citarne altre migliaia, il fatto che non si conosca una cosa non da a nessuno il diritto di giudicare, sopratutto se dice solo i lati negativi.

il bello di trovarsi tra amici, tranquilli fuori dai pericoli, a chiacchierare, giocare, con una bibita e delle patatine.

Scoprire che anche a 30 anni si può ancora giocare con la fantasia.

Ma tanto qui si parla solo di

"Caccia alle streghe"

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Aramillo (IP registrato)
Data: Fri, 16 April 2004 - 05:59

*rotola dalle risate*


dai su, nessuna persona sana di mente scriverebbe mai scemenze del genere, figuriamoci uno della Usl poi.
vero ?

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Max (IP registrato)
Data: Fri, 16 April 2004 - 07:32

ne sei certo?

alcuni delle usl erano ex pazienti degli ospedali per gente mentalmente disturbata....

grinning smiley

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Fede (IP registrato)
Data: Fri, 16 April 2004 - 14:40

Che siano mentalmente disturbati e che non sia un fake ok, che questo sia colpa dei giochi di ruolo è una scemenza.

Come ho già detto se uno è mentalmente disturbato peggiorerà con qualsiasi altro mezzo.

Re: Giochi di ruolo???????? Io dico si
Inviato da: Lord Spam (IP registrato)
Data: Sun, 18 April 2004 - 10:41

Dai facciamo sto +1 e finiamo in belezza questo stupendo forum....... grinning smiley

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Mr Spam (IP registrato)
Data: Mon, 19 April 2004 - 14:35

Vabbeh

+1

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Cirdan il Carpentiere (IP registrato)
Data: Mon, 19 April 2004 - 14:36


Re: Giochi di ruolo
Inviato da: UN GIOCATORE DI RUOLO (IP registrato)
Data: Wed, 21 April 2004 - 11:13

W LE CAZZATE !!!

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: UN ALTRO GIOCATORE DI RUOLO (IP registrato)
Data: Wed, 21 April 2004 - 15:05

Ma ti rendi conto delle ***** che hai scritto?
In questo modo vorresti dire che divertirsi usando la fantasia potrebbe diventare pericoloso per i giovani?
Pazzesco!!!!

ATTENZIONE!!! EDIZIONE STRAORDINARIA!!! Arrestato un gruppo di giocatori di ruolo per aver spacciato e fatto uso di manuali di d&d.... ragazzo rischia pena di due anni per aver acquistato e letto un libro fantasy...

ahahahahaha ASSSSURDOOOOOOO!!!!!!!!

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Al3x4nd3r!!! (IP registrato)
Data: Sat, 1 May 2004 - 00:13

In realtà questa è una retata della polizia...stiamo tracciando i vostri IP e verrete presto acciuffati e messi in prigione, così vedremo se vi serviranno le vostre droghe che credete diano +5 alle prove di "Artista della Fuga"!

A parte le cazzate, quelli che qui si scandalizzano morirebbero se leggessero altri articolo che parlano, oltre della derivazione di D&D dal demonio ("X avere il massimo in una caratteristica devi ottenere 666" e altre cazzate), del fatto che se il PG muore anke il player deve autopunirsi, arrivando anke a suicidarsi.
E i compagni del gruppo lo devono aiutare, perchè è giusto che sconti fisicamente i suoi errori.
Un giocatore s'è impiccato. Hanno accusato i suoi compagni di GDR, dicendo che lo avevano aiutato.

Bah, che mondo infame.

E il brutto è che penso alle persone di una certa età che si alzano la mattina alle 4, vanno a lavorare in un buco di merda tutto il giorno, a spezzarsi la schiena x 800€ al mese....
E poi penso a 'sti buffoni, che vengono pagati un sacco x sparare 4 cazzate messe in colonna.

Scusate i termini, ma come si dice qui a Roma, "Quanno ce vò, ce vò!"!

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Davide (IP registrato)
Data: Fri, 7 May 2004 - 22:32

Bah basti pensare che su Lucignolo (che fino a poco tempo fa apprezzavo) hanno messo in una puntata intitolata "GIOCHI PERICOLOSI" un pezzo dedicato al GdR Live di Vampiri... nella stessa puntata c'erano anche le corse clandestine di auto e moto...

Ragazzi, di "coglionazzi" ce ne sono anche in questo ambiente per carità, ma l'ignoranza di certa gente lascia i brividi!

Che dire altro? Noi continuiamo a giocare che è meglio!

Davide

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Dea (IP registrato)
Data: Sun, 30 May 2004 - 12:34

Io concordo... sono una ex giocatrice (ex perchè per motivi di tempo non riesco più a giocare) e sono d'accordo con chi parla d'ignoranza e di gente che beccando un sacco di soldi è li per dire stupidate...però ho visto anche gente realmente perdere il contatto con la realtà grazie ai gdr... Come sempre il problema è che si fa di tutta l'erba un fascio....

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Lordmax (IP registrato)
Data: Mon, 14 June 2004 - 15:13


Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Puccio (IP registrato)
Data: Thu, 6 January 2005 - 20:54

io gioco da 16 anni e per lo stato italiano sono idoneo al servizo.....

Puccio agente scelto della polizia di stato........

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Giulia (IP registrato)
Data: Fri, 2 September 2005 - 17:44

ma questo è un sito dove si puo anche giocare???

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Milena (IP registrato)
Data: Mon, 5 September 2005 - 15:19

Io ho perso il mio ragazzo con il quale stavo insieme da 6 anni per colpa di un merdosissimo gioco di ruolo!
Lui ora è malato, come tutti voi, ma non lo capirà mai.

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Fenicottero (IP registrato)
Data: Wed, 7 September 2005 - 16:17

Ma come è successo?
Mi sembra molto strano che la colpa possa attribuirsi ad un gioco di ruolo, più probabilmente la colpa è della compagnia con cui giocava, anche se appunto non posso dirlo perché non so com'è successo.

O magari è successo che si è appassionato tanto al gioco che ha trascurato tutto il resto? Non so, forse può essere possibile, ma come è possibile con tante altre cose...

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: bloodymary (IP registrato)
Data: Thu, 29 September 2005 - 18:49

non ho mai letto tante stupidate in una volta sola... allora anche chi fa teatro dovrebbe correre gli stessi rischi?
Io non ho giocato personalmente ai giochi di ruolo, ma conosco molta gente che lo fa da anni e sono persone normalissime! E' uno svago come un'altro, anzi, meglio di molti altri (tipo andare a fare vasche in centro bevendo e fumando come dei turchi come fanno molti ragazzi giovanissimi). Se ci sono persone che nei giochi di ruolo si perdono è solo perchè hanno già altri problemi, ed è quelli che si devono risolvere e da cui si deve partire... è facile dare la colpa a cose esterne, anche per alcuni psicologi che in questo modo lavorano di meno....

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Andrea (IP registrato)
Data: Sun, 30 October 2005 - 00:44

Buonasera, vi mando questo e-mail dalla Francia. Vedo con non molta sorpresa che anche in Italia, il i giocchi di ruoli hanno brutta reputazione. Da voi a che cosa sono paragonati ? Da noi, i psichologhi dicono che i giocchi di ruoli sono fatti e giochatti da personne depressive, droghati, adoratori di Satana, che fanno parte di una setta e da voi ?

Re: Giochi di ruolo
Inviato da: Angelo (IP registrato)
Data: Tue, 20 December 2005 - 22:40

Più probabilmente la colpa è solo di Milena, immagino che non voleva che lui giocasse di ruolo. Comunque se ha preferito a lei un semplice gioco... 2+2 fa 4...

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